Teatro

Teatro Valle e il verdetto nella 'notte dei desideri'

Teatro Valle e il verdetto nella 'notte dei desideri'

Una storia, quella del Teatro Valle, lunga e contraddittoria che potrebbe vedere l’epilogo proprio domani 10 Agosto, data che era prevista per fine luglio e che è stata prolungata su richiesta della Fondazione Teatro Valle Bene Comune. Per raccontarla tutta ci vorrebbero tempo e spazio. Tracciarne gli ultimi accadimenti doveroso nei confronti del diritto di cronaca.

Ricordiamo intanto che nel Giugno del 2011 ci fu l’occupazione del del teatro, per attuare (a detta degli occupanti) una riforma culturale attraverso un gesto di riappropriazione per istituire uno spazio pubblico di parola. Questo nuovo modello di istutuzione culturale prende forma nella costituzione a Settembre del 2013 della Fondazione Teatro Valle Bene Comune Di fatto, Fondazione a cui però il Prefetto di Roma nega il riconoscimento. 
Gli ultimi eventi che hanno segnato la ‘resistenza artistica’ degli occupanti dello spazio riguardano l’incontro voluto dal Teatro di Roma, che si è fatto mediatore tra la Fondazione ed il Comune di Roma ed attraverso il quale la Fondazione ha chiesto di incontrare l’Assessore alla Cultura Giovanna Marinelli.

L’incontro viene accordato e la Fondazione presenta una proposta non negoziabile in 4 punti:
1. uscita immediata dal teatro per “lavori” improcrastinabili di restauro della durata indicativa di 8-10 mesi
2. Assegnazione del Teatro Valle alla gestione del Teatro di Roma, con possibilità per la Fondazione e altri soggetti di far parte – a lavori ultimati – di un progetto condiviso nella logica di un Teatro Partecipato
3. Disponibilità ad accogliere alcuni progetti artistici già in corso in altri spazi non indicati
4. Possibilità della Fondazione di partecipare al “teatro dei diritti”, futuro progetto del Teatro di Roma.

Poche ore dopo la fine dell’incontro la Fondazione riceve a mezzo stampa l’ultimatum di uscire dal teatro entro il 31 luglio 2014, richiesta poi prorogata al 10 Agosto.

Abbiamo raggiunto uno dei fondatori, Tony Allotta, per avere una sua breve dichiarazione per un chiarimento aggiuntivo sui punti sopra citati e che possano in qualche modo far gettare uno sguardo sulla situazione che si sta vivendo in questi giorni all’interno del Valle:
“In questi giorni, il Valle è costellato di lavori a tavolino ed incontri con la cittadinanza che in gran numero sta raggiungendo lo spazio per poter lavorare insieme, raccogliendo proposte, motivandole. Il teatro deve avere una posizione centrale nella vita dei cittadini, ed il nostro obiettivo è sempre stato quello di cambiare le politiche culturali. La presenza sempre più costante di studenti, personaggi dell’arte e della cultura che partecipano con noi alla realizzazione del progetto Bene Comune.”

In merito ai punti di cui sopra risponde:
“Abbiamo soci architetti che stanno valutando la reale necessità dei lavori di restauro e che si fanno garanti con la sovraintendenza affinchè, qualora si avviassero, siano completati nei tempi previsti. Il teatro non è pericolante, abbiamo con noi i tecnici che hanno lavorato nella struttura per oltre 20 anni e che non se ne sono andati perchè stanno lottando affinchè possano tornare ad esercitare il loro mestiere. Lo spazio è sempre stato controllato. L’unico atto illegale è stato quello di occupare il Valle, ma abbiamo successivamente ottemperato alle leggi sulla sicurezza sul lavoro. Alcuni di noi hanno seguito i corsi, abbiamo sempre pagato l’assicurazione alle compagnie, assicurato i corsi. Per la Siae, ad esempio, abbiamo istituito uno sportello gratuito per le consulenze sui diritti dei testi ed abbiamo sempre corrisposto la quota direttamente all’autore...
...quello che chiediamo non è riconoscere legalità all’occupazione. Per quello abbiamo già messo un punto costituendo la Fondazione. Anche l’estero conosce la situazione e ci appoggia in questa nostra richiesta: IL TEATRO DEVE RIMANERE DEI CITTADINI. “

Le domande nascono e spontanee, ad esempio perchè si è dovuti arrivare a un'occupazione, o perchè le istituzioni hanno impiegato così tanto tempo per prendere in mano la situazione. Di voci sulla questione Valle ne sono girate e ne circolano, come le leggende metropolitane.
Quello che è chiaro è che ormai si è innescata una lotta faticosa per il ‘riconoscimento dell’arte’, una sorta di campionato per il passaggio dalla serie B alla serie A.
Il Valle ha una storia più complessa ma abbiamo ultimamente anche il Teatro dell’Opera con pericoli scampati ed il ballo la questione Eliseo.

A prescindere dal torto o dalla ragione, dallo zampino politico o dalla mancanza di responsabilità da ogni dove, al Valle va riconosciuto l’accento posto sulla questione non della resistenza, ma del ‘perchè siamo arrivati a dover far restistenza nei mestieri d’arte più antichi del mondo, padri e madri di geni e custodi del nostro odierno sapere?’

Chissà quale sarà la sorte domani.  Citando Cronin: ‘e le stelle stanno a guardare’.